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Let customers speak for us
from 46 reviewsThere’s a moment, somewhere around chapter three, when you realize this isn’t just another “how to grow on social media” book.
It’s a damn psychological dissection — the kind of thing that makes you stop scrolling, stare at your screen, and think: “Oh, so that’s how they do it.”
Steel Mind doesn’t talk about marketing the way most so-called gurus do. There’s no fluff, no motivational jargon, no “post three times a day and believe in yourself” nonsense. What you get here is raw mechanics — the behavioural models that run under every algorithm, the same invisible levers used by billion-dollar companies to keep you hooked, scrolling, buying, obeying.
Reading it feels like lifting the hood of the Internet and seeing the engine for the first time. And yeah, it’s ugly. But it’s also genius.
The author doesn’t just expose manipulation — they teach you how to use it. Ethically, strategically, consciously. This is the first book I’ve read that doesn’t position creators as victims of the algorithm, but as engineers of influence.
Each page is a tactical map: engagement loops, cognitive triggers, timing patterns, narrative traps — all laid out like a manual for digital warfare.
What blew my mind is how actionable it is. You could literally close the book, open your laptop, and rewire your content system overnight. It’s not theory — it’s weaponized psychology.
And yet, it’s not cynical. It’s empowering. There’s a sense of rebellion behind every line, like Steel Mind is whispering: “Stop playing by their rules. Learn the game, then bend it.”
If you’ve ever felt like your posts vanish into the void, or that social media is rigged against independent voices — this is your wake-up call.
You’ll walk away understanding not just why people click, share, or ignore, but how to make them do it on purpose.
This isn’t marketing anymore. It’s control — self-control, system control, audience control.
My take?
It’s bold, intelligent, and a little dangerous. Exactly what this generation of creators needs.
If McLuhan was alive today, he’d probably call it required reading for the digital battlefield.
Five stars.
No hesitation.
Sesso, sangue… e maledetta poesia.
Troppobelle! Storie crude, molto "sangue e merda" con sesso e violenza . Ambiente stile noir italiano un po' moderno e un po' anni 70-80 tipo Milano da bere... Meritano davvero
Davvero belle storie... Molto in stile SinCity... Merita assolutamente!!! 👍
Molto carino, storie brevi un po' "zozze" e parecchio crude ... Linguaggio semplice
Na bomba di libro, non sapevo che Freud avesse scritto roba simile...
Miiiiiiiiii fikisssssimoooo!!!
Assolutamente geniale!!!!!!
Bellissimo! Anche le illustrazioni meravigliose.
Libro incredibile 😳 ... La definirei la BIBBIA del social marketing
L’ho letto con lo stesso spirito con cui si legge un manuale di istruzioni alle tre di notte, quando hai smontato tutto e non sai più dove cazzo va la vite lunga.
Non cercavo ispirazione. Cercavo ordine.
Il libro non ha fronzoli, non si perde in poesie. Ti dice cose ovvie, ma dette bene.
E fidati: le cose ovvie, se non te le ficchi in testa ogni giorno, diventano invisibili.
Mi è piaciuto che non promette nulla.
Non ti coccola. Ti dà dei concetti duri, secchi, e ti chiede di metterli in pratica.
Funziona se lo tratti come un manuale operativo, non come un vangelo.
La parte sulla decisione e sull’autosuggestione è quella che mi ha fatto riflettere di più.
Perché in effetti passiamo la vita a rimandare, aspettando che qualcosa “succeda”.
E niente succede.
Fino a quando non ti rompi il cazzo e decidi che basta. E lì, il libro ti torna utile.
Non lo regalerò a nessuno. Non è un regalo.
È un attrezzo da tenere nel cassetto. E usarlo quando serve.
Allora.
Non so neanche da dove iniziare.
L’ho preso un po’ per caso, una sera che non avevo sonno e avevo già scrollato troppo TikTok.
Pensavo fosse la solita porcheria da due soldi, tipo mafiosi finti sexy e ragazze che si sciolgono appena vedono una pistola (lol).
Invece no.
Cioè sì, ci sono le pistole, ma anche un sacco di roba sporca, vera, disturbante. Ma anche bella. Ma anche malata.
Non lo so.
Mi ha fatto un effetto strano.
L’ho letto quasi tutto in una notte.
Mi si è attaccato addosso, tipo una febbre.
Non è che mi sono identificata proprio nei personaggi, però certe dinamiche… certe emozioni… cioè, ti ci ritrovi. Anche se non vuoi.
Soprattutto se non vuoi.
C’è una storia, quella della ragazza a Napoli…
Giuro, mi ha fatto venire il fiato corto.
Lui non è un principe azzurro. È una condanna con le mani calde.
E lei… boh, ho pianto. Ma tipo strano, tipo mentre mi toccavo. Scusa se è troppo, ma è così.
Scrittura secca, tagliente.
A volte nemmeno mi accorgevo di girare pagina.
Alcuni racconti li ho riletti tipo tre volte.
Altri li ho skippati un po’ perché mi facevano troppo male, tipo… non ancora pronta.
Le illustrazioni in bianco e nero sono da urlo.
Mi hanno fatto venire voglia di tatuarmi qualcosa.
Tipo una lacrima col filo spinato intorno, o una pistola che spara fiori.
Non lo so.
Comunque:
Non è un libro per tutti.
C’è il sesso, sì. Ma non è sexy.
È carne, dolore, desiderio, vendetta, e quell’istinto di volere qualcuno che ti faccia male nel modo giusto.
Lo consiglio?
Boh, se sei una che legge Fabio Volo, lascia stare.
Se invece ogni tanto ti senti vuota e ti piace scavarti dentro anche se fa male…
Leggilo.
Io adesso me lo rileggo.
O forse mi faccio una doccia fredda.
O forse tutte e due.
– Marti





